IL PROTAGONISTA – GIANNI CATALFAMO (ONE WEDGE): “L’AUTO ELETTRICA È LA SCELTA MIGLIORE, ANCHE PER RISPARMIARE “
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Il Protagonista di oggi è Gianni Catalfamo, amministratore delegato di One Wedge. Con lui abbiamo parlato di mobilità elettrica, e lo abbiamo fatto da una prospettiva specifica: quella dell’infrastruttura.
One Wedge, intervista a Gianni Catalfamo
One Wedge è una realtà tutta italiana, che realizza – appunto – le infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici. Con Gianni non abbiamo quindi discusso di auto, scooter e in generale dei mezzi di trasporto, ma di come lo sviluppo della viabilità elettrica – e dei vantaggi connessi – passi dalla presenza di punti di ricarica diffusi e di elementi infrastrutturali adeguati. Passi, insomma, dalle strade più che dalle ruote.
Gianni ci ha poi raccontato anche di sé, delle sue passioni e di una in particolare, fondamentale per il lavoro di gruppo.
Quale? Scoprila nel podcast!
Le prime domande di Radio IT a Gianni Catalfamo (One Wedge)
Ciao,Gianni!
Ciao a tutti!
La tua formazione è da ingegnere nucleare, il tuo cv ti vede da subito nel mondo dell’informatica. Come mai?
Intanto perché quando mi sono iscritto all’università il settore dell’energia e della ricerca sul nucleare sembrava molto promettente. Poi nei cinque anni impiegati per laurearmi è apparso chiaro che, soprattutto in Italia, l’applicazione dell’energia nucleare presentava non pochi problemi di tipo morfologico (le montagne, la popolazione). Man mano che andavo avanti a studiare capivo che la collocazione di impianti di generazione energetica risultava problematica. Alla laurea avevo qualche dubbio che la strada potesse essere quella che avevo scelto cinque anni prima, e nel frattempo si era affacciata – siamo all’inizio degli anni 80 – in modo prepotente l’informatica, e mi si sono presentate possibilità in quel campo. Così ho deciso di saltare il fosso. Devo dire, come sanno tutti quelli che l’hanno fatta, la preparazione che ti dà un corso di laurea in ingegneria è al 70-80 percento comune a tutti gli indirizzi, poi ci sono indirizzi specialistici. Non si trattava quindi di buttare via gli anni di studio, ma di utilizzarli in un contesto diverso.
One Wedge è un’azienda di famiglia, fondata da te e da tuo fratello Paolo. Qual è stata la scintilla che vi ha spinto a crearla?
La prima, la curiosità. In 40 anni di attività lavorativa sono passato da vari settori: dal nucleare all’informatica, e poi alla comunicazione. C’è un elemento di curiosità che mi spinge ad andare verso settori di cui magari non ho esperienza specifica, ma che ritengo interessanti. Quando ho finito il mio periodo da comunicatore mi sono messo a fare il consulente, e nel corso di questa attività mi è capitato di essere ingaggiato da una piccola startup che si occupava di mobilità elettrica. Ho lavorato con loro qualche mese, ma come spesso capita nelle startup l’avventura non è andata a buon fine: i soci non andavano d’accordo e quindi l’azienda si è sciolta. Io mi sono ritrovato con un lavoro di posizionamento e di marketing strategico che però non aveva più compratori. E allora, parlandone con mio fratello, avevo maturato la convinzione che il settore fosse in procinto di esplodere, e allora perché non provarci? Eravamo convinti di avere intuito qualcosa di interessante, con delle opportunità, e quindi ci siamo buttati utilizzando il lavoro da consulenti per noi stessi. Così è nata One Wedge.
E nel podcast scoprirai…
.le opportunità della mobilità elettrica, anche per le aziende
.le difficoltà che frenano il suo decollo
.il lavoro di One Wedge sull’infrastruttura
.l’importanza della musica classica per il lavoro di gruppo
.tra quanto tempo il parco veicoli circolante sarà tutto elettricoBuon ascolto!
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